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The Elephant in the Room

The Elephant in the Room

Da diversi anni c’è uno zombie che si aggira sui mercati europei e mondiali: una banca di dimensioni enormi con problemi altrettanto grandi legati, principalmente (ma non solo), alla marea di derivati che aveva già nel 2007 (anno dello scoppio della crisi dei mutui subprime …) e che, in buona parte, ancora ha.
Derivati che per il 90% sono “over the counter” (cioè negoziati al di fuori dei mercati regolamentati e quindi illiquidi) per un valore nozionale di circa 50.000.000.000.000 € (c i n q u a n t a m i l a m i l i a r d i d i e u r o ): 15 volte il PIL della Germania !!

Stiamo parlando di Deutsche Bank, considerata la grande “malata d’Europa”, la vera, grande minaccia alla stabilità dell’economia europea: il classico esempio – a mio giudizio – dell’ “Elephant in the Room” cioè di un problema che tutti vedono (come è ben visibile un elefante in una stanza) ma che tutti cercano quasi di ignorare nella vana speranza che questo aiuti ad evitarlo.

Gli ultimi bilanci di Deutsche Bank sono stati un vero e proprio bagno di sangue (ed anche quest’anno si stanno accumulando perdite per oltre 4 miliardi di euro): dal 2008 ad oggi la banca ha sborsato, per multe e dispute legali, qualcosa come 18 miliardi di dollari ed è recente la decisione di avviare una ristrutturazione monstre con annesso il licenziamento di 18.000 dipendenti e la creazione di una bad bank (le bad bank non sono mai una soluzione: al massimo permettono solo di guadagnare un po' di tempo …..).

Ricordiamo poi:
- lo scandalo del 2015 sulla manipolazione fraudolenta del Libor, il tasso di riferimento sui mutui immobiliari;
- i guai giudiziari iniziati nel novembre 2018 con un'ondata di perquisizioni per presunte mega operazioni di riciclaggio di denaro sporco per oltre 150 miliardi di euro.
- le 4 azioni legali avviate nei suoi confronti nel 2017 dalla stessa Federal Reserve che pubblicamente parlava di “condizioni problematiche” del colosso bancario.

E potrebbe essere anche a causa del problema Deutsche Bank che le autorità economiche e finanziarie tedesche si sono recentemente convinte a rompere un tabù storico affermando che è ora di completare l’unione bancaria europea e dar vita a «una qualche forma comune di assicurazione dei depositi»: la Germania sta forse chiedendo aiuto all’Europa e/o sta cercando la maniera per condividere il rischio ???!!!!

Infine taluni insinuano il dubbio di una possibile relazione con ciò che da metà settembre sta succedendo sul mercato interbancario americano con le banche che hanno drasticamente ridotto di prestarsi i soldi, con i tassi sui prestiti a 1 giorno (c.d. overnight) schizzati al 10% e con la Federal Reserve costretta precipitosamente ad intervenire con una serie di iniezioni di liquidità di emergenza che ad oggi hanno raggiunto quota 450 miliardi di $ !!!!
Un evento – questo delle banche che hanno deciso di tenersi stretta la liquidità e non prestarsela se non a tassi “da usura” - che non accadeva dalla crisi di Lehman e che, come insistentemente si mormora negli ambienti finanziari, potrebbe celare l’esistenza di problemi molto, molto seri di una (o più) grossa istituzione finanziaria.
Su questo, però, non mi sento di poter azzardare nulla.

Quello che, invece, mi sento di dire è che - oggi più che mai - nel gestire un portafoglio finanziario non ci si può continuare ad affidare a chi – per tornaconto suo o della sua banca – persevera a suggerire di ignorare questo ed altri “elefanti che passeggiano nella stanza”: i danni potrebbero davvero essere enormi.

E termino presentando il grafico dell’azione Deutsche Bank (che nel maggio 2007 veniva scambiata a 92 euro ed oggi è arrivata a 6,5 euro) affiancato a quello di un’altra importante banca (italiana) di cui però, per creare un po’ di suspense, non indico il nome.

E’ fin troppo evidente come l’andamento delle quotazioni delle 2 banche sia pressoché identico (con buona pace per chi avesse avuto la malsana idea di acquistarle):
Deutsche Bank: – 93% (meno 93 per cento !!)
Banca italiana: - 94% (meno 94 per cento !!)

PS: chi volesse sapere di che banca italiana stiamo parlando, mi dia un colpo di telefono e …….. sottovoce glielo dico 🙂

Filippo Cordella
Private Banker & Analista Finanziario

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