Anno XXII - n. 10 4 dicembre 2021
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di FILIPPO CORDELLA - Private Banker
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Nel mondo degli investimenti ci si imbatte spesso in situazioni che ricordano il “Campo dei Miracoli” della favola di Pinocchio “dove se fai una piccola buca e ci metti dentro uno zecchino d’oro, la mattina dopo trovi un bel’albero carico di tanti zecchini d’oro”. Ma il Campo dei Miracoli, ovviamente, non esiste e Cordella - con le sue riflessioni, analisi, commenti - ti aiuta a comprendere come funzionano veramente le cose e come custodire al meglio i tuoi “zecchini d’oro”.
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UN'EREDITÀ A PICCOLE DOSI
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Normalmente uno dei desideri più grandi che abbiamo è che ciò che si è realizzato nella nostra vita possa essere, un domani, correttamente ripartito e serenamente goduto da chi rimane.
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Per questioni, però, di scaramanzia e di scarsa consapevolezza di come vanno poi a volte le cose, quasi nessuno decide di
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prendere carta e penna e definire nello specifico come vorrebbe che fossero ripartiti i propri averi (solo l’8% degli italiani lo fa), rimettendosi completamente a quelle che sono le regole standard previste dalla legge in tema di successioni.
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Regole certamente chiare ma che calate sulle mille diverse realtà esistenti finiscono, sovente, per creare problemi e contrasti a non finire tra gli eredi, tanto che le cause legali relative a questioni successorie sono tra le più frequenti in sede di giustizia civile.
È altrettanto vero che ci sono situazioni (patrimoniali e/o familiari) in cui un normale testamento potrebbe non essere sufficiente: ad esempio nel caso (non troppo raro) in cui i futuri eredi - per una loro propensione a gestire con poca oculatezza le finanze – possano essere a rischio di dissipare qualsiasi tipo di patrimonio che un domani dovessero ricevere.
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In un simile caso, ove oltretutto il patrimonio fosse di una certa consistenza, si potrebbe prendere in considerazione l’utilizzo di uno strumento come il trust che – se ben strutturato – permetterebbe di eliminare questo rischio.
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Vediamo in sintesi come funziona un trust.
Con il trust un soggetto (detto “disponente”) trasferisce un suo bene/patrimonio ad un altro soggetto (detto “trustee”) affinché lo gestisca per realizzare determinate finalità di natura imprenditoriale, finanziaria o familiare.
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Il trustee è un “fiduciario” nel senso che dei beni ricevuti può disporne solo per quello che gli è stato indicato nell'atto istitutivo. Può essere una persona fisica (un professionista o un familiare di fiducia) o – meglio ancora - una società fiduciaria con specifiche strutture, competenze ed autorizzazioni (le più importanti sono legate a gruppi bancari).
I beni messi nel trust possono essere immobili, portafogli finanziari, aziende, mobili, ecc.
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Nell’atto istitutivo di un trust il disponente stabilisce le regole, la durata, i beneficiari, i poteri del trustee, i poteri del “guardiano” (cioè di chi controlla l’operato del trustee), i criteri dell'amministrazione dei beni, l'impiego dei redditi, la destinazione finale dei beni…
Ricordo anche che nel 2016 con la famosa legge del “Dopo di Noi”, il legislatore italiano ha riconosciuto e “sdoganato” il trust quale importante strumento d’utilità sociale soprattutto in presenza di persone con disabilità fisiche o psichiche (prevedendo anche importanti sgravi fiscali).
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Tornando alla situazione sopra descritta, lo strumento che si potrebbe usare è il cosiddetto “trust dormiente”: un trust, cioè, da istituire “oggi” ma con attivazione sospesa fino alla morte del disponente quando – e questa è l’ulteriore particolarità - il trustee non procederebbe a trasferire il patrimonio agli eredi ma provvederebbe a gestire gli immobili e le attività finanziarie erogando loro, ad esempio, per 10 anni una rendita di 10.000 € al mese con liquidazione finale del capitale residuo (ovviamente l’importo della rendita e la durata del periodo di distribuzione dipendono strettamente dall’entità del patrimonio).
Facile, quindi, comprendere come in questa maniera potremmo evitare che certi eredi - un po’ troppo allegri - brucino in pochi anni il patrimonio ereditato (rischiando di rimanere poi senza più nulla di che vivere) a fronte invece della ricezione di una utile rendita periodica.
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Nella speranza di avere fornito qualche utile spunto di riflessione, faccio – seppur con un po’ di anticipo - i miei migliori auguri per un Sereno Natale.
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Cordella Filippo Private Banker
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Fideuram-Intesa Sanpaolo Private Banking
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Ancona, Civitanova, Jesi, Senigallia, Pesaro
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SE TE LI FOSSI PERSI .......
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La presente pubblicazione è stata redatta da Filippo Cordella - Private Banker di Fideuram-Intesa Sanpaolo Private Banking, iscritto all’Albo Unico dei Consulenti Finanziari (OCF) con delibera Consob n. 13096 del 24/4/2001, iscritto al Registro IVASS - Sez. “E” come Collaboratore di Fideuram-Intesa Sanpaolo Private Banking. Le informazioni contenute in questo report sono frutto di notizie e opinioni che possono essere modificate in qualsiasi momento. La presente pubblicazione viene fornita per meri fini di informazione ed illustrazione, a titolo meramente indicativo, non costituendo in alcun modo una proposta di conclusione di contratto o una sollecitazione all’acquisto o alla vendita di strumenti finanziari. Qualsiasi decisione di investimento che venga presa in relazione all’utilizzo delle presenti informazioni ed analisi è di esclusiva responsabilità dell’investitore ed in ogni caso né Filippo Cordella, né Fideuram-Intesa Sanpaolo Private Banking possono essere ritenuti responsabili di eventuali danni diretti o indiretti dovuti ad un uso improprio delle informazioni fornite o da eventuali inesattezze delle medesime.
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